stare bene

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Ragazze e ragazzi, avevo promesso di non rompervi i cog****i almeno in vacanza, ma purtroppo anche dal Regno Unito sono stato assalito e stuprato da un’ispirazione.
Che nulla, tra l’altro, ha a che vedere o deve al Regno Unito in sè.
Avrei preferito disquisire della naturalezza con cui le coppie omosessuali girano mano nella mano e si scambiano sguardi baci e carezze in ogni angolo e strada della città, senza che nessuno storca il naso tipo bigotte anni ’60 in Chiesa la Domenica.
Sarebbe stato ancora più appagante spender parole costruttive ed edificantissimissime su tutti gli svariati, a volte impensabili, episodi d’amore che si vedono e ci si gusta nei momenti di stallo che si hanno durante le giornate frenetiche, all’insegna della corsa per la metro di qua, piuttosto che per l’attraversamento pedonale di là, il quale con il timer giallo che veloce scorre dal 12 allo 0, ti proietta constantemente in una realtà tipo film di James Bond, dove se non corri rischi di esser schiacciato dalla fila interminabile di mezzi di trasporto in attesa del semaforo verde.
Il set è quello, siamo a Londra; cambiano solo gli attori.
Per non cadere nello scontato e dire che potrei parlarvi della bellezza della City e diventare, scrivendo un off-topic, il tripblogger che non sono.

No.

Non sono qui per parlarvi di nessuno (e maledetto cazzo porco purtroppo) degli argomenti sopracitati.

Son qui perchè oggi mi è capitato di leggere questa frase, che era al maschile ma ho modificato:
il fatto è che tu mi hai travolto all’improvviso, senza che io potessi fermarti. Ti sei infilata nella mia testa come se ci fosse la porta aperta, come se qualcuno ti avesse detto di entrare. Il fatto è che però nessuno ti aveva invitata, ma tu lo sapevi che dovevi arrivare. E in fondo lo sapevo anch’io“.

E ho immediatamente pensato, assorbito dalla bellezza delle luci di questa città avvolta nella sua esclusiva ed umidissima notte che altro non può fare se non alimentare il mio animo romantico, che questa è la classica frase che vorrei ripetere a memoria alla persona capace di farmi sentire bene.
Quella grazie alla quale sarei in grado di scrivere un articolo al giorno (per la vostra gioia o meno).
Quella che dove mi giro mi giro, nonostante le 200mila pseudo-modelle che calcano le vie della City, vedo lei e solo lei e nient’altro che lei ovunque.
Quella che è quella giusta.

Ecco, io vorrei fare una domanda molto semplice a qualcuno che si senta di rispondermi e prendersi carico di un povero idiota come me:
Perchè?

Perchè complicità e rispetto non possono coesistere nella stessa frase?
Perchè felicità e tranquillità non posson convivere nello stesso momento in cui si parla di entrambe?
Perchè se un’ora prima ti senti Usain Bolt, quella dopo devi per forza per qualche legge della compensazione di sta gran funcia, mutare il tuo stato d’animo in quello di un bradipo distrofico?
Perchè non esiste mai un equilibrio tra le parti emozionali che si vivono nei periodi di legame tra il “ciao mi chiamo” ed il “vienimi a prendere alle 8 a casa”?
Perchè lo stare bene è una condizione più labile che stabile?
E, come ultima cosa poi vi lascio:
perchè stare bene è una cosa che per esser raggiunta deve farci stare così male?

Io sapevo che la legge del contrappasso di Dante fosse un enorme quanto innovativo valore letterario da lui concepito, ma limitato all’inferno e contestualizzato al 1200, 1300 o 1400 che fosse ora non mi ricordo e non ho testa di googlarlo.

Mi sa che devo ricredermi.

Ho capito e provato in prima persona che stare bene è una condizione talmente effimera che come tutte le cose effimere, è orgasmica.
Una vita per raggiungerlo, un attimo per assaporarlo, e poi si è di nuovo punto a capo e alla sua ricerca.

Per stare bene bisogna stare il triplo male.

Nonostante mi senta pronto a farmi ancora almeno più del triplo del triplo del nervoso fatto fino ad ora, proprio perchè mi voglio così bene, non sono uno che molla a meno che non mi sparino al cuore (e forse potrei sopravvivere e continuare a far quello che credo sia giusto per me) e son sicuro di quel che sto facendo aspetto fiducioso qualche anima pia che mi aiuti.

Buona giornata, io provo a non pensarci.

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