Quante volte durante le giornate diciamo o pensiamo la frase “ho bisogno di“.
Apriamo gli occhi e facciamo il planning di ciò che ci aspetta per le 14 in media ore conseguenti.
Quindi avremo bisogno di andar dal benzinaio per fare il pieno alla macchina, bisogno di prelevare, di chiamare quel cliente piuttosto che quel fornitore, di andare in lavanderia, chiamare la mamma, partner, amico..
Tutto ruota attorno al concetto di bisogno di qualcosa senza la quale crediamo di non essere in grado di ultimare o esaudire qualcos’altro.
Come se da soli non fossimo in grado di fare nulla.
Ora, capisco che non tutto sia fattibile da soli, non possiamo pensare ad esempio di prelevare dal bancomat senza il bisogno stesso del bancomat o di lavare la roba senza l’aiuto della lavatrice.
Non mi sono bevuto il cervello shakerato, sia chiaro.
Sto parlando di tutte le altre occasioni, concrete o mentali (per non dire astratte che non mi piace l’accezione che dà) nelle quali veniamo assaliti dal dubbio e dalla paura che quel che siamo e facciamo da soli non sia abbastanza.
In senso lato.
Abbastanza bello.
Abbastanza intelligente.
Abbastanza figo.
Abbastanza matto.
Abbastanza riconoscibile.
Abbastanza utile.
Abbastanza tutto.
E iniziamo (iniziate, iniziano, come meglio credete) a cercare consensi esterni proprio per il bisogno di raggiungere la consapevolezza personale che ciò che si fa o si è fatto, ottenga l’approvazione degli altri.
Ormai basta aprire un attimo gli occhi per rendersi conto di come la quasi totalità delle cose non si faccia più per la soddisfazione personale, ma per il bisogno di doverlo far vedere a qualcun’altro.
Volete farmi credere che quando si fa una foto con il culo di fuori in bella vista e si scrive in didascalia “sguardo al futuro e mai più indietro”, sia per la bellezza della frase, per la profondità del concetto, o per il bisogno di far vedere che si ha un culo (e non dico “bel” perché a volte sono cose inguardabili) e si ha ancor di più il bisogno che le persone guardandolo si facciano una qualche tipo di idea e degli apprezzamenti che senza quella foto non si sarebbero mai ricevuti ed ottenuti?
Mi volete convincere che pubblicare una foto in perizoma con scritto “ho la febbre” sia per il bisogno di tachipirina a domicilio?
O che farsi le foto in Ospedale al Pronto Soccorso, sia per il bisogno che qualcuno chiami il 118 al posto loro, in quanto impossibilitati perché impegnati a farsi un selfie nel profilo migliore che hanno?
O che farsi una foto allo specchio in bagno fasciati da un asciugamano che lascia ad intravedere qualcosa di voi sia per il bisogno di far vedere a tutti che vi siate lavati?
E che aprire un qualsiasi profilo Instagram e vedere 250 selfie sempre uguali con le stesse espressioni sia per il bisogno di avere consigli sul make-up o sul colore dei capelli??
O che per esporre un qualsiasi stato d’animo e scrivere una qualsiasi frase ci sia il bisogno di doversi fare una foto in solitudine, di schiena, in posa da modelle o modelli che guardano all’orizzonte, al cielo, in primo piano con il sorriso o con qualche pezzo di corpo denudato o con chissà che mezzo per far passar tutto in secondo piano e far focalizzare l’attenzione dello spettatore su ciò che in effetti si ha il bisogno di far vedere?
Potrei andare avanti milioni di anni.
Diciamocelo avanti,
ma che BISOGNO c’è di tutto questo cinema o di questo vivere per forza e sempre con il bisogno di approvazione e ricerca di metodi per avere tale approvazione esterna??
Vi assicuro, perchè lo sto provando ed anzi ormai l’ho bello che provato e testato sulla mia pelle, che non esiste nessuna sensazione e stato d’animo migliore di quando ci si sveglia la mattina senza sentire il bisogno di nessuno che non siate voi stessi e quello che siete senza che nessuno vi dica “bravi”.
Il vero bisogno, è l’aver non-bisogno.
Buona giornata.