Che cos’è una cosa bella.
Lo possiamo sapere solo noi che lo decidiamo. Perchè se una cosa è bella o brutta per noi, lo decidiamo davvero solo noi. La bellezza oggettiva delle cose svanisce, forse non è mai esistita neanche quella. Perchè in fondo, non è scontato che la Gioconda piaccia a tutti o che Sofia Loren sia per tutti la più grande attrice italiana di tutti i tempi. De gustibus si studia a scuola.
“Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace“
abbiamo imparato a dirlo da più grandi per tagliare più signorilmente qualcuna che nonostante tutti ritenessero carina, a noi non andava a genio (e viceversa ovviamente). La questione è quindi sul cosa decidiamo che ci piaccia, e cosa decidiamo che non ci piaccia. Con particolare occhio di riguardo sull’emisfero del bello. Perchè diciamolo, quando una cosa non ci piace non ci sentiamo troppo in dovere di darci e darne spiegazioni. Non ci piace, non influisce sulla nostra giornata, non ci fa star svegli di notte a pensare e non ci fa tribulare quando la vediamo passare per strada. Il problema è quello che ci piace. E lo è ancora di più se ci piace e non sappiamo se possiamo averlo o se la cosa sia reciproca. Non parlo di una Ferrari che vedo in concessionaria o di una mega villa a Miami Beach. Parlo di persone, di sensazioni ed emozioni. Qualcosa che si avvicina al sentimento. È pazzesco come a volte basti provare addosso una sensazione di piacere e benessere e da quel momento non riuscire a sperare in altro se non nel secondo, terzo, quarto round e così via. È davvero un incontro di boxe, dove tu sei lo sfidante per il titolo di campione della felicità. E come in ogni incontro per un titolo alla fine, come tutti sappiamo e come ogni competizione insegna, se ne può uscire in soli due modi. Ma non son qui per dire quanto sia bello vincere e quanto sia deprimente far da runner up. Voglio parlare del viaggio, del tempo che vivi prima di arrivare all’ultimo secondo dell’ultimo round, di tutto ciò che si prova mentre combatti. Puoi esser sfavorito dai pronostici ed esser dato per carne da macello, ma quando e se riesci a salire su quel ring, ogni secondo che passa sei allo stesso tempo un potenziale campione. Anche e solo perchè hai la possibilità di lottare. Certo è che vincere ogni tanto non sarebbe così male. Ma anche quando si perde, e quante volte abbiamo perso lo sappiamo solo noi, la cosa continuerà a piacerci. E continueremo a cercare un modo per ritentare la via del successo.
Perchè una cosa bella non te la levi dalla testa neanche se ti fa male.
Date alle persone la possibilità di poter combattere per un titolo, qualsiasi esso sia. Perchè se è vero che le cose belle son destinate a finire, almeno potranno avere il tempo di abituarsi alle botte. Soffriranno di meno e avranno sempre un motivo per non mollare e riprovare ancora.
E ancora, e ancora